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STORIA DELLA SCHERMA

ANTICHITà

L’uso di spade è testimoniato fin dai tempi degli antichi greci, che impiegavano armi come lo xiphos o il kopis, ma anche dei celti, celebri per le loro spade galliche. Il suo utilizzo però non era molto diffuso, a causa della preziosità dei metalli usati per la lavorazione e della preferenza della maggior parte dei guerrieri per la lancia (più economica, facile da costruire e da utilizzare, con un raggio d’azione più ampio).

Prima ancora ci sono prove che gli antichi egizi praticassero uno sport molto simile alla scherma moderna, utilizzando al posto delle spade lunghi bastoni di legno. Gli atleti che si sfidavano in questo sport erano molto spesso schiavi.

Roma provvide alla diffusione della spada come arma principale da battaglia nella connotazione d’oggi in occidente. I legionari romani e altre forze dell’esercito romano utilizzavano il gladio, una spada corta utilizzata principalmente per penetrare di punta. I gladiatori (cioè “coloro che usavano il gladio”) ne usavano una variante ancora più corta. La spatha (da cui deriva il termine “spada”) era una lama più lunga a doppio filo utilizzata solo dalle unità di cavalleria fino al II secolo d.C., quando venne adottata anche dalle truppe di fanteria e il cui uso divenne simbolo di abilità e orgoglio.

Nonostante fosse necessario un addestramento nell’utilizzo di queste armi, non sono pervenuti a noi manuali militari antichi di scherma.

Nel De re militari, di Flavio Vegezio Renato (V secolo), viene riportato come i soldati romani e i gladiatori praticassero allenamento al palo con armi pesanti e imparassero a colpire preferenzialmente di punta.

Una traduzione delle Satire di Giovenale da parte di Barten Holyday nel 1661 nota che i romani, sia legionari sia gladiatori, imparavano l’uso della spada con simulacri di legno prima di passare ad armi in ferro o acciaio. Bersagli di addestramento erano un palo o un fantoccio di legno.

MEDIOEVO

Si sa poco sulle prime tecniche di scherma dell’alto Medioevo, a parte ciò che si è potuto ricostruire da reperti archeologici e rappresentazioni artistiche (come nel caso delle armi e armature di epoca vichinga). Si sa comunque che durante il periodo delle invasioni vichinghe l’uso della spada era limitato, soprattutto fra gli stessi vichinghi e altre popolazioni germaniche, che preferivano lancia e ascia a parte alcuni individui facoltosi. Le spade prodotte, comunque, basate sulla spatha, erano di ottima fattura.

Col tempo la spatha si evolvé nella spada d’armi. Nel corso del Medioevo, i primi trattati di scherma, conosciuti in Germania come (Fechtbücher), vennero scritti nel 1550 circa. La scuola tedesca di scherma ha le sue origini in Johannes Liechtenauer e i suoi allievi, divenuti poi maestri d’arme nel XV secolo, fra i quali Sigmund Ringeck, Hans Talhoffer, Peter von Danzig e Paulus Kal. In Italia invece comparvero manuali come il Flos Duellatorum, scritto dal maestro di spada Fiore dei Liberi intorno al 1410. In questo periodo la spada lunga divenne l’arma principale con numerose varianti ed adattamenti in linea con l’avanzamento tecnologico e metallurgico. Lo sviluppo di armature complete rese inadatte le spade ai campi di battaglia, favorendone invece l’uso come arma da duello o per difesa personale cittadina, influenzando così le tecniche schermistiche.

Se nell’alto Medioevo la spada era principalmente un simbolo di status sociale, nel basso Medioevo le tecniche produttive divennero più efficienti e convenienti. Di conseguenza, più che il privilegio di pochi individui ricchi, la spada divenne più che altro il simbolo dei ceti più abbienti.

RINASCIMENTO

La scuola germanica di scherma, in generale, conobbe un declino durante il Rinascimento mentre quelle italiane e spagnole, maggiormente orientate all’uso dello stocco e per il duello civile, crebbero notevolmente. Il compendio compilato da Paulus Hector Mair nel 1540 analizza gli sforzi del secolo precedente nel tentativo di ricostruire e preservare un’arte ormai decadente. I trattati di Joachim Meyer del 1570 ebbero un approccio scientifico e completo nei riguardi dello stile di spada, sono gli ultimi reperti maggiori della scuola tedesca e esplorano un contesto ormai quasi interamente sportivo.

L’uso della spada lunga continuò a declinare lungo il Rinascimento, in parallelo con il sorgere delle armi da fuoco e delle alabarde sui campi di battaglia. Così, la scherma si orientò verso la protezione personale dei civili ed il duello, con l’utilizzo della spada da lato, evolutasi poi nella striscia del XVII secolo. Le scuole di scherma francesi, italiane e spagnole vennero incontro a questi cambiamenti nell’armamentario civile e svilupparono stili appositi. Quella tedesca, invece, si dedicò poco a queste armi.

I GIORNI NOSTRI

Dopo la dismessa della spada lunga, spade come la spalasz o i vari tipi di sciabola furono i tipi di lama maggiormente impiegate in battaglia, usate principalmente dalla cavalleria e dagli ufficiali. L’aumento di efficacia delle armi da fuoco però ne velocizzò il declino fino a farle diventare armi da parata o cerimoniali. L’arma preferita nel duello civile era prima la striscia e poi lo spadino, più veloce ma più corto, ma il duello venne gradualmente reso illegale in molti paesi.

La scherma si è così evoluta principalmente come sport, attraverso la scherma olimpica. Tuttavia, alcuni studenti di scherma, per evitare la perdita delle antiche arti, continuarono a mantenere viva la scherma storica e le arti marziali europee, fino anche al XXI secolo.

DESCRIZIONE DELL'ARMA

È un’arma accademica (nata cioè per l’insegnamento della scherma); si compone di due parti, la lama e la guardia.
La lama è solitamente lunga 90 cm (è possibile anche che sia lungo 85 cm per i bambini, e si trovano in commercio anche lame da 88) ed è divisa in gradi: forte, medio e debole e termina con un bottone. È una specialità olimpica.

La guardia può avere diverse impugnature: italiana, francese, anatomica. La differenza tra i vari tipi di impugnatura è data dal diverso modo di inserire la mano su esse ed imprime allo schermitore un diverso stile di combattimento. L’impugnatura italiana ha la coccia, il cuscinetto, il ricasso, gli archetti di unione, il manico ed il pomolo, invece l’impugnatura francese ha il manico diritto leggermente incurvato verso l’esterno della guardia dello schermitore.

Ad oggi l’impugnatura italiana non è più utilizzata ed è stata quasi completamente sostituita da quella anatomica (ideata da un Maestro di Vercelli: Francesco Visconti) e, talvolta (soprattutto in Francia), da quella francese.

REGOLE DEL COMBATTIMENTO

Il bersaglio del fioretto è costituito da un giubbetto conduttivo di tessuto metallico (comunemente, ma impropriamente detto giubbetto elettrico) che ricopre tutta la zona del tronco, ovvero torace, addome, fianchi, schiena e da agosto 2008, grazie alla maschera, anche la zona al di sotto del mento (gorgiera); tutte le altre zone del corpo sono coperte dalla sola divisa bianca in tessuto elastico e costituiscono bersaglio non valido. Questa limitazione del bersaglio è retaggio dell’origine della scherma di fioretto. Difatti, nascendo il fioretto come arma di addestramento, l’allievo era impratichito a colpire le parti vitali del proprio avversario.
Il giubbetto conduttivo e il fioretto sono collegati tramite un cavo a un apparecchio che segnala, con suono e luci di diverso colore (solitamente: rosso o verde per il bersaglio valido, giallo o bianco per il bersaglio non valido), l’impatto della punta del fioretto sull’avversario. Il cavo conduttore viene infilato, attraverso la manica della mano armata, all’interno della divisa dello schermitore: per questo motivo è detto “passante”. A seconda del colore della luce l’arbitro può stabilire se lo schermitore ha toccato l’avversario in bersaglio valido o non valido.

Il fioretto, assieme alla sciabola, è definito “arma convenzionale”, ovvero è un’arma disciplinata da un regolamento per l’assegnazione della stoccata. Per avere assegnata la stoccata, o botta in gergo schermistico, l’atleta deve non solo colpire un bersaglio valido, ma deve farlo avendo iniziato l’attacco prima del suo avversario. Chi è in difesa, o non ha la priorità dell’attacco, per mettere a segno una stoccata valida dovrà prima parare l’attacco dell’avversario e rispondere con una botta o mandarlo a vuoto facendo pressione verso l’esterno.

FIORETTO A SQUADRE

Tre titolari ed una eventuale riserva di ognuna delle due squadre si affrontano a rotazione in nove assalti da 3 minuti ciascuno, per un tempo totale di 27 minuti.
Ognuno degli assalti termina al raggiungimento da parte della squadra in vantaggio di un punteggio che sia multiplo di 5 (e quindi a 5, 10, 15 punti e così via): vince l’incontro la prima squadra che ottiene 45 punti.

In ogni caso gli assalti terminano al raggiungimento della soglia individuale di 3 minuti e di quella totale dei 27 minuti. In caso di parità al termine dell’incontro è previsto un unico assalto supplementare: il primo a piazzare la stoccata vince.

DESCRIZIONE DELL'ARMA

Come il fioretto e la spada, anche la sciabola si compone ugualmente della lama e della guardia.

Nella lama, che è di acciaio temprato o inossidabile e la cui lunghezza deve essere inferiore a 880 mm, si distinguono:

  • il codolo, cioè la parte grezza, quadrangolare, che resta dopo la lama, avente l’estremità a vite;
  • il tallone, ossia la parte più robusta, non scanalata, che dà origine alla lama propriamente detta;
  • la scanalatura, gli incavi cioè che solcano in senso longitudinale il mezzo della lama per due terzi di essa, al fine di diminuire il peso;
  • il taglio, parte più sottile della lama dal lato della guardia, che ha inizio al termine del primo terzo della lama rispetto al tallone, e va fino alla punta;
  • il dorso, ossia la parte più spessa in opposto al taglio;
  • il contro-taglio, la parte affinata che comprende l’ultimo terzo della lama dalla parte del dorso, e che ha esattamente inizio dove hanno termine le scanalature e va fino alla punta;
  • la punta, estremità della lama rispetto al tallone, la quale è appiattita e arrotondata.

La lama, oltre a non superare, come si è detto, la lunghezza di 880 mm, deve avere alla sua estremità (la punta) una larghezza minima di 4 mm, ed il suo spessore minimo, parimenti all’estremità, di 1,2 mm. Essa, inoltre, non deve essere né troppo rigida né troppo flessibile e soprattutto non deve curvarsi lateralmente lungo il taglio.

Nella guardia sono compresi:

a) la coccia, che serve a proteggere la mano, è liscia a superficie unita e costruita di un solo pezzo in lamina metallica (ferro o alluminio). Essa presenta una forma convessa a curva continua, senza orlature né fori nei quali la punta dell’arma avversaria possa impigliarsi. La sua lunghezza, misurata nel medesimo senso del taglio della lama, deve essere inferiore ai 150 mm, e la sua larghezza, misurata perpendicolarmente a detto senso, inferiore ai 140 mm. In altri termini, la coccia deve poter passare in un calibro di controllo che misuri 150 per 140 mm, col piatto della lama tenuto parallelo ai lati di 150 mm;

b) l’impugnatura o manico, generalmente di legno zigrinato e con due ghiere di metallo a rafforzamento delle estremità, ha forma pressoché cilindrica appiattita dalla parte corrispondente a quella del dorso della lama, e leggermente ricurva all’estremità inferiore per l’adattamento della concavità della mano;

c) il pomolo o bottone, che avvitandosi all’estremità del codolo, permette di tenere solidamente unite le varie parti dell’arma.

REGOLE DEL COMBATTIMENTO

La sciabola è l’arma di attacco per eccellenza, molto veloce e istintiva. Lo sciabolatore deve avere un’ottima resistenza fisica e grande mobilità nelle gambe; deve avere inoltre il pregio di riuscire a riflettere in tempi rapidissimi sulle proprie azioni e naturalmente su quelle dell’avversario. Il bersaglio della sciabola è costituito dal busto, braccia e testa; si può colpire di punta, di taglio e di controtaglio.

La sciabola è preferita dai ragazzi, forse perché più muscolare delle altre due armi, ma da diversi anni è praticata da molte ragazze. In epoca recente anche la sciabola si è avvalsa dell’elettrificazione per la segnalazione delle stoccate ed attribuzione dei punteggi. Si indossa pertanto un giubetto di laminato conduttivo sul tronco sulle braccia.

Anche la maschera protettiva per il volto è di materiale conduttivo. La sciabola, come il fioretto, è un’arma convenzionale quindi nel caso in cui due avversari si tocchino contemporaneamente il punto va a chi ha la ragione.

Si ha la ragione quando si è il primo ad aver portato l’attacco (quello dei due che sta avanzando o il primo che inizi l’affondo). Si può prendere la ragione quando l’avversario smette di avanzare, con un’uscita in tempo o parando una botta (prendere il ferro).

Quando un tiratore (o tutti e due) tocca, l’arbitro ricostruisce le ultime azioni dello scontro, attribuendo alla fine il punto a uno dei due (nel caso non sia possibile decidere chi avesse la ragione, non viene assegnato alcun punto). Se un tiratore non è d’accordo con la decisione arbitrale può chiedere che sia rivista al rallentatore.

DESCRIZIONE DELL'ARMA

Secondo il regolamento della Federazione internazionale di scherma, la spada deve essere fatta di un particolare tipo di acciaio estremamente flessibile, chiamato Maraging, studiato in modo da non presentare un troncone appuntito e tagliente in caso di un’eventuale rottura. Il peso non deve essere superiore a 770 grammi e la lunghezza a 110 cm.

La lama ha una sezione triangolare, gradualmente più grande dalla punta verso l’impugnatura; la parte superiore è scavata, per permettere di installarvi un filo elettrico.
La punta, tonda, presenta all’estremità un bottone, il quale serve per segnare che una stoccata è stata portata (vedi sotto). La coccia (la parte di alluminio che protegge la mano del tiratore) è semisferica.

L’impugnatura può essere di due tipi. I più comuni sono:

  • Impugnatura francese (a forma di manico di scopa, leggermente storta per agevolare la presa);
  • Impugnatura anatomica (studiata appositamente per ottimizzare la presa e i movimenti della mano).

L’impugnatura anatomica permette di tenere la spada con maggior forza ed è usata dalla maggioranza dei tiratori; quella francese, al contrario, permette movimenti molto più ampi alla mano. Questo porta gli schermidori ad usare, di solito, due tattiche diverse, secondo l’impugnatura usata: gli “anatomici” adottano una scherma basata più sulle prese di ferro e le parate, mentre i “francesi” tendono ad evitare la lama dell’avversario con azioni apposite, come le cavazioni.

Le stoccate portate vengono segnalate dalla spada grazie alla chiusura di un circuito elettrico. Il filo che corre lungo la lama collega la punta ad una presa messa all’interno della coccia, in fianco all’impugnatura; ogni tiratore collega un secondo filo elettrico (il passante) alla presa di coccia e, dall’altra parte, a un rullo, a sua volta collegato con l’apparecchio segnastoccate. Quando la punta tocca una qualunque superficie, il bottone, schiacciandosi, chiude il circuito ed invia un segnale all’apparecchio, che accende una luce colorata dalla parte del tiratore che ha colpito.
La coccia, la lama, l’impugnatura e la pedana sono elettricamente collegate a massa in modo che solo i colpi sferrati sul corpo (isolato elettricamente) vengano segnalati.

Per evitare che le spade siano manomesse in modo da toccare con troppa facilità, prima di ogni incontro il presidente di giuria (l’arbitro) controlla che la corsa del bottone sia maggiore del limite stabilito dalla Federazione Internazionale (il controllo è fatto con uno spessore infilato tra il bottone e la punta) e che la spada regga un peso di 750 grammi senza che il bottone si schiacci e chiuda il circuito.

REGOLE DEL COMBATTIMENTO

Il bersaglio della spada è tutto il corpo. Non esiste un diritto di priorità. Ciò significa che – a differenza che nel fioretto e nella sciabola – nella spada l’azione schermistica non è soggetta a ricostruzione dell’arbitro. In pratica, se i due atleti partono in attacco contemporaneamente e mettono entrambi la stoccata, viene dato un punto a tutti e due (questa regola è detta anche colpo doppio).

Assenza di convenzioni (per questo si parla di arma non convenzionale) e regola del colpo doppio fanno sì che la scherma sportiva di spada sia quella che più si avvicina alle reali condizioni di un duello: come nel duello ad ogni colpo portato a segno corrisponde una ferita, così nella spada ogni stoccata che arriva a bersaglio dà diritto ad un punto, senza che sull’esito pratico dell’azione schermistica si sovrapponga il giudizio dell’arbitro.

L’arbitro è dotato di 3 cartellini colorati: uno giallo, per segnalare un comportamento scorretto di uno dei due schermidori; uno rosso, per aumentare di un punto l’avversario dello schermidore al quale è stata inflitta la sanzione; uno nero, per la totale squalifica dello schermidore.

Il combattimento viene denominato Assalto e dura 3 minuti nelle fasi iniziali delle competizioni dove la suddivisione degli assalti è definita in gironi all’italiana, mentre dura 9 minuti (3 tempi da 3 minuti) nella successiva fase di scontri diretti.
Gli assalti dei gironi sono portati al meglio delle 5 stoccate ed in caso di parità allo scadere del tempo viene sorteggiata a capo di un contendente la cosiddetta priorità; se al termine dell’ulteriore minuto di tempo concesso dovesse persistere la parità la vittoria verrà assegnata a colui che aveva avuto assegnata la priorità.
Gli assalti diretti sono portati al meglio delle 15 stoccate (10 per le persone di categorie minori), vale anche per essi il discorso relativo al sorteggio della priorità nel caso di parità al termine del tempo regolamentare.